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Metodi di impregnazione dei motori elettrici: la scelta migliore per una performance duratura

motori elettrici stanno per essere impregnati

L’impregnazione dei motori elettrici è una procedura che richiede competenze professionali altamente specializzate. Il processo e la metodologia di impregnazione infatti è difficilmente standardizzabile e varia a seconda della fattispecie in essere.

Solo se si sceglie il metodo di impregnazione ottimale per le caratteristiche tecnico-fisiche di uno specifico motore e/o trasformatore sarà possibile massimizzarne le performance operative nel corso del tempo.

Di seguito riportiamo alcune metodologie di impregnazione dei motori elettrici che proponiamo ai nostri clienti. Ognuna di esse è consigliata per una specifica categoria di motori e richiede prodotti per impregnazione diversi.

Impregnazione a immersione e flow coating

Questi metodi per impregnazione dei motori elettrici sono consigliati in particolar modo per statori e trasformatori a bassa tensione.
Il ciclo ideale  consiste nel preriscaldare l’unità a 110-120°C per eliminare l’umidità dai materiali isolanti e successivamente raffreddarla a 40-70°C a seconda del prodotto impregnante che si andrà ad utilizzare. In seguito l’unità viene immersa nel prodotto per impregnazione per 15-40 minuti per poi essere lasciata gocciolare da minimo 30 minuti fino anche a 6 ore. Il processo si conclude con la cottura in forno statico per 4-12 ore a 130-170°C.

Il flow coating, invece, prevede un’installazione a forma di “tazza a imbuto” sulla quale viene posizionato il pezzo da trattare. Il prodotto viene colato sul pezzo in continuo e l’eccesso di colatura viene raccolto alla base dell’imbuto dove una pompa lo rimanda in circolo. In seguito, il prodotto polimerizza ad aria oppure tramite cicli di cottura in forno.

Alla base dell’imbuto una pompa raccoglie la resina colata e la re-immette nel collo dell’installazione in modo continuo.

Impregnazione sottovuoto e vuoto/pressione

Questi metodi per impregnazione dei motori elettrici sono consigliati in particolar modo per generatori in media/alta tensione, motori ad alte performances e motori e trasformatori per applicazioni ferroviarie.

Una volta eliminata l’umidità dal pezzo come indicato nel metodo ad immersione, l’unità viene inserita in un’autoclave in atmosfera sottovuoto. In seguito la resina viene introdotta in autoclave ad una velocità di salita dal fondo pari a 10cm/min, fino a completa immersione del pezzo. Il ciclo prevede un mantenimento del vuoto per 20-60 minuti ad un valore di pressione residua compreso tra  4 e 20 mBar a seconda del prodotto utili. In seguito ad un gocciolamento che va dai 30 minuti alle 6 ore, il processo si conclude con la cottura in forno statico per 4-12 ore a 130-170°C.

Questa tecnica è simile a quella dell’immersione, ma viene eseguita ad un valore di pressione inferiore a quella atmosferica per garantire il processo in assenza di aria ed umidità. Se si utilizza anche un ciclo in pressione (3-6 Bar), il  processo viene chiamato VPI (vacuum pressure impregnation) per distinguere questa metodologia dall’impregnazione generica dei motori elettrici sottovuoto, chiamata invece VI (vacuum impregnation) o OVI (only vacuum impregnation).

Impregnazione goccia a goccia e a rotolamento

Questi metodi per impregnazione dei motori elettrici sono consigliati in particolar modo per statori o piccole macchine rotanti ad elevati giri al minuto quali power tools (trapani, frese, flessibili ecc.) e home appliances  (indotti di lavatrici, lavastoviglie, ecc..). In questo caso è necessaria una distribuzione uniforme della resina su tutte le parti dell’avvolgimento, insieme ad un riempimento ottimale delle cave. Questo avviene in quanto la forza centrifuga creata dalla rotazione impedisce l’eccessivo gocciolamente della resina liquida, al contrario di quello che avviene con i metodi statici (immersione VPI, VI o OVI).
Il ciclo consiste in un preriscaldo dell’unità a 80-120°C seguito da un gocciolamento della resina sui pezzi in rotazione oppure da un’immersione in rotolamento nel bagno di resina. Il processo si conclude con una gelificazione sempre in rotazione per tempi indicativi di 10/15 minuti a 120°C seguiti da un ciclo di cottura indicativo di 20/40 minuti a 135-160°C.

Impregnazione Joule + UV

Questo metodo rappresenta un ibrido tra la procedura ad immersione e quella goccia a goccia. L’unità viene immersa nel prodotto collegata ad un generatore di tensione per il riscaldamento dell’avvolgimento per effetto Joule. Il ciclo consiste in un preriscaldo dell’avvolgimento a 130/150°C per passaggio di corrente, immersione in resina continuando a scaldare l’unità (gelificazione in immersione) e cottura per 20/40 minuti a 130/160°C sempre per effetto Joule.

La resina viene mantenuta continuamente in ricircolo e raffreddata a 10-15°C.

Infine viene eseguito un ciclo di reticolazione superficiale mediante raggi UV per indurire la resina sul metallo, cavi , tubetti e tutti gli altri componenti che non hanno raggiunto la temperatura di polimerizzaizone della resina in quanto non sensibili al riscaldmaento per passaggio di corrente.

Il vantaggio principale di questo metodo è quello di ottenere un risultato simile all’impregnazione goccia a goccia o rotolamento su unità di dimensioni importanti (fino a 800/1000 kg di peso).

Miotti è specializzata nell’offrire ai propri clienti servizi di consulenza qualificati riguardo prodotti e metodologie di impregnazione per macchine elettriche. Per sapere qual’è la tipologia di impregnazione più adatta alle tue unità, contattaci.